Ho scoperto questo progetto quando ancora andavo all’università: si tratta di un’attività a fin di bene in cui si regala all’Università di Stanford la potenza di calcolo dei propri computer quando non sono in uso o quando non viene sfruttata al suo massimo: il progetto si chiama Folding@home (a volte abbreviato anche come F@H o FAH).
Come funziona?
Si tratta di installare sul proprio computer un piccolo programma che è in grado di collegarsi con l’università, recuperare i dati che devono essere elaborati (definiti come Work Unit) , eseguire i calcoli ed infine inviare i risultati al laboratorio. L’intervento dell’utente è richiesto unicamente durante l’installazione e serve per indicare il proprio nome/soprannome, il codice della squadra e una passkey (fornita dall’università) che permette di identificare univocamente l’utente.
Download
Per scaricare il programma si può usare questo link.
Swiss Folding Team – Numero di squadra: 3129
Per aggiungersi alla squadra Swiss Folding Team si può inserire il codice 3129 durante la fase di iscrizione. Ad oggi la squadra è piccola e necessita di nuovi membri, fatti avanti dunque 🙂 Sarebbe fantastico poter diventare un punto di riferimento a livello Svizzero e per raggiungere questo obiettivo è necessaria la collaborazione di tutti, anche di te che stai leggendo, sia per prendere parte attivamente al progetto o anche per condividere questa idea con altri amici!
Punteggio
Per chi volesse si può controllare il proprio punteggio o quello della squadra sul sito Kakaostats.
Un po’ si gioca, un po’ si compete…
L’università è stata brava a sfruttare la competizione per far diventare la donazione più accattivante: come avete visto poco sopra per ogni Work Unit (WU) completata si riceve un punteggio: tanto più in fretta si accumulano punti, tanto più si sale in classifica.
… ed un po’ si impara! Più in dettaglio, che cos’è Folding at home?
Si tratta di una ricerca scientifica, eseguita dal Pande Lab presso l’università di Stanford, che ha l’obiettivo di individuare il processo con il quale le proteine assumono determinate strutture tridimensionali.
Perché è importante studiare questo processo?
Malattie come il Parkinson, Alzheimer, il morbo della mucca pazza e diverse tipologie di tumori potrebbero essere causate da proteine che, durante il ripiegamento su se stesse, incontrano delle difficoltà e assumono strutture scorrette che impediscono lo svolgimento della loro funzione. Studiando il processo si vuole capire come mai succedono questi errori.
Cosa ha ottenuto la ricerca sino ad oggi?
Il gruppo di ricerca, il cui direttore è Vijay Pande, è riuscito, a simulare la corretta formazione della proteina NTL9:
Di seguito un altro video che racconta come si è evoluto lo studio delle proteine:
A questo link è invece possibile leggere a quali risultati si è arrivati su molteplici delle malattie trattate.
Ma l’università non ha accesso ad un super computer per poter fare queste simulazioni da sola? Non sarebbe più efficiente?
Ho provato a fare una brevissima ricerca, che non ha nessuna intenzione di essere esaustiva, ma solo quella di dare un’idea: da quanto descritto in Wikipedia, risulta che il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico ha una potenza di calcolo pari a 16 petaflops.
La soluzione distribuita scelta dall’università di Stanford sembra aver toccato la soglia dei 90 petaflops. Anche con tutte le approssimazioni del caso trovo il distacco veramente molto, molto grande e a favore della soluzione del calcolo distribuito!